Una storia della Banda della Valbasca
Sam non era un cane qualsiasi.
Aveva lo sguardo calmo di chi ascolta anche il silenzio.
Le zampe forti, ma leggere. Il cuore grande, ma mai pesante.
Camminava piano, ma lasciava scie luminose.
Per questo tutti lo chiamavano il Professore del Cuore.
Non perché portasse occhiali o usasse parole difficili.
Ma perché con la sua voce calda e il suo modo gentile,
insegnava la cosa più importante:
che l’amore guarisce, guida, e tiene viva la speranza.
Era lui il maestro della 1ª Val Basca,
la classe più vivace, tenera e indisciplinata del bosco.
Ogni mattina apriva la lezione sotto la grande quercia.
Skye arrivava sempre per prima, lieve come la luce dell’alba.
Era allegra, dolce, saggia, e piena di vita.
La sua gioia era contagiosa, il suo canto, una carezza.
Poi arrivava Frida, brontolando come sempre,
ma ormai tutti sapevano che era solo un modo per proteggere
la sua grande sensibilità.
Aveva un cuore tenero e profondo, e lo custodiva con attenzione.
Camilla danzava tra i rami, col suo sorriso contagioso, i suoi occhioni felici.
Shiva masticava erba con aria da bibliotecaria.
Marduk, con il suo cuore leale, gli saltava addosso e lo abbracciava sul muso,
mentre Lina — rapidissima e curiosa — faceva già tre giri del prato prima di sedersi.
Sam li guardava tutti, uno per uno.
E con un sorriso lento diceva:
“Cominciamo, cuccioli miei. Oggi impariamo a vedere col cuore.”
Le sue lezioni non avevano libri né voti.
Erano silenzi che insegnavano a sentire.
Risate che insegnavano a guarire.
Un giorno, Lina — dopo una delle sue corse — si fermò di colpo davanti a lui e chiese:
“Professore… ma come si fa a non avere paura di sbagliare?”
Sam la guardò con dolcezza, poi rispose:
“Correndo insieme. Perché se inciampi, qualcuno ti aiuta a rialzarti.
E se aiuti gli altri, impari a non temere nemmeno il tuo passo incerto.”
Più tardi, Marduk gli si sdraiò accanto e sussurrò:
“Lo sai che sei un po’ il nostro papà?”
Sam gli leccò piano la testa, senza parole.
Ma i suoi occhi brillavano.
E quando Skye, con la sua voce limpida come un ruscello, disse:
“Professore… oggi mi sento piena d’amore e non so da dove arriva!”
Lui sorrise e rispose:
“Arriva da voi. Da ogni gesto gentile, da ogni carezza che date senza pensarci.
L’amore non si esaurisce. Si moltiplica.”
Nessuno prese appunti.
Ma da quel giorno, tutti iniziarono a guardarsi con più attenzione,
a dirsi “grazie” anche solo per esserci,
a correre insieme senza paura di inciampare.
E quando il sole scendeva tra i rami e il giorno finiva,
il Professore del Cuore chiudeva gli occhi un momento e pensava:
“Non c’è lezione più bella dell’amore che si rinnova, ogni giorno,
nei cuori che scelgono di camminare insieme.”