Elmo aveva capito una cosa osservando attentamente il suo umano: a dicembre gli adulti impazziscono un po’.
Si mettono a incartare oggetti, a parlare con voci misteriose e a nascondere pacchi ovunque, come scoiattoli ansiosi.
Ma c’era un fatto che Elmo riteneva fondamentale:
a Natale arrivano i regali.
E secondo lui era più che logico che ne arrivassero anche per i cuccioli.
Del resto, se non era bravo lui — che scodinzolava pure nel sonno — chi lo era?
Poi, una mattina, successe la cosa più importante della settimana.
DING DONG.
Davanti alla porta c’era un pacco enorme, con uno strano sorriso stampato sopra.
Un sorriso furbo, come di qualcuno che la sa lunga.
Elmo lo fiutò con aria indagatrice: “Questo è per me. Sicuro al 98%. Ma voglio quel 2% di conferma”.
Il suo umano aprì la scatola e ne tirò fuori l’albero di Natale. Elmo lo esaminò con competenza eccessiva per la sua età, ma dentro pensava:
“Ok l’albero… ma i regali? I miei regali?”
La Vigilia peggiorò la situazione.
Il suo umano sistemava pacchetti sotto l’albero dicendo sempre la stessa frase:
“Questo è per…”
E seguiva un nome che non era mai Elmo.
Per la zia.
Per il nonno.
Per la cugina.
Persino per il vicino che salutava solo nelle giornate di sole.
Elmo osservava tutto con l’espressione offesa tipica dei cuccioli che sanno perfettamente cosa sta succedendo… e non sono d’accordo.
Quando arrivò la notte, si mise a dormire sotto l’albero, convinto che la magia del Natale avrebbe “corretto il tiro”.
E in effetti… qualcosa accadde.
Una pallina scivolò giù da un ramo, rotolando verso di lui come se volesse chiamarlo per nome.
Una lucina si accese e si spense veloce, come un segnale in codice.
Poi, da dietro l’albero, un tonfo morbido.
Elmo si avvicinò.
C’era un pacchetto che prima non c’era.
Carta rossa.
Nastro dorato.
E un biglietto:
Per Elmo – perché il tuo primo Natale merita tutto.
Dentro trovò quattro tesori:
Una copertina nuova, soffice come una nuvola che si siede accanto a te.
Un libro di fiabe, pronto a riempire le sere d’inverno.
Un pacchetto di snack super wild, che profumavano di avventure e legna bagnata.
E una pallina nuova, leggera e lucida, con un piccolo disegno che assomigliava… a lui.
Elmo la guardò, poi guardò il suo umano, poi di nuovo la pallina.
Capì in un istante che quella sarebbe stata “la sua”, quella che avrebbe ritrovato ogni Natale.
Il suo umano gli accarezzò la testa.
“Pensavi davvero che non avessi pensato a te?”
Elmo scodinzolò così forte che quasi spostò aria sufficiente per far oscillare l’albero.
E lì capì una verità semplice:
i regali non arrivano sempre subito, né quando pensi tu.
Ma quando arrivano… sono esattamente quelli che ti fanno sentire amato.
E se c’è un giorno in cui anche i cuccioli devono essere certi di avere un regalo,
quel giorno si chiama decisamente Natale.